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Il Ricordo e la propaganda

Tanto rumore per nulla.

La manifestazione fiorentina per commemorare i martiri delle Foibe, colta al volo per praticare un po' di anticomunismo militante, alla fine non ha visto la presenza di Giorgia Meloni, bloccata nella capitale dal maltempo.


L'ex ministro della Gioventù aveva infatti inizialmente aderito all'iniziativa del centro sociale di destra Casaggì di Firenze, accanto a cui si erano schierati il PdL, la sua organizzazione giovanile denominata Giovane Italia e i discussi e discutibili "inquilini" di Casa Pound. La presenza di quest'ultimi aveva causato malpancismo nei berlusconiani, anche perché commemorare il 10 febbraio seppure in anticipo è giusto e doveroso, fare un po' di caciara sventolando il pericolo comunista aiuta a mantenere il tono propagandista di basso profilo, però sfilare accanto ai fascistelli del terzo millennio rischia di essere caricaturale. Anche per i pidiellini.

Alla fine però, rientrati i malumori, tutti compatti in ricordo delle vittime del fanatismo nazional-comunista titino e per sventare l'imminenza di un nuovo pericolo rosso.

La partecipazione della Meloni e l'adesione dei berlusconiani aveva innescato un articolo (senza firma), apparso sul sito di Futuro e Libertà, in cui si definiva surreale una manifestazione che si richiama al Giorno del Ricordo e utilizza la tragedia di migliaia e migliaia di istriani, giuliani e dalmati per una mediocre lotta politica fuori tempo massimo su divisioni ideologiche relative al Novecento.

Anche perché lo spirito della legge n. 92/2004 del Giorno del Ricordo è quello di favorire "iniziative per diffondere la conoscenza dei tragici eventi presso i giovani delle scuole di ogni ordine e grado. È altresì favorita, da parte di istituzioni ed enti, la realizzazione di studi, convegni, incontri e dibattiti in modo da conservare la memoria di quelle vicende. Tali iniziative sono, inoltre, volte a valorizzare il patrimonio culturale, storico, letterario e artistico degli italiani dell'Istria, di Fiume e delle coste dalmate, in particolare ponendo in rilievo il contributo degli stessi, negli anni trascorsi e negli anni presenti, allo sviluppo sociale e culturale del territorio della costa nord-orientale adriatica ed altresì a preservare le tradizioni delle comunità istriano-dalmate residenti nel territorio nazionale e all'estero". Tanto per citare il più letteralmente possibile il testo di legge.

L'ignoto autore dell'articolo concludeva invitando meloni e soci a non mobilitare i giovani facendoli guardare nello specchietto retrovisore, ma coinvolgendoli sui temi di attualità che riguardano da vicino la loro generazione e il Paese che dovranno (ri)costruire, come la questione della cittadinanza.

Tesi sufficienti per imbizzarrire gli identitari di Casaggì che, quando non sono impegnati a confezionare manifesti ritraenti un inequivocabile cappio penzolante accanto a un "No al governo Monti", rispondono via web insultando FLI e il suo leader (definito un sultano, quando gestioni antidemocratiche e utilizzo di un harem mi pare che apprtengano a politici con sopratacchi più graditi a questi paladini della libertà), aggiungendo accuse di opportunismo politico, non si sa però quali.



Ahimé però il gelo siberiano, e quindi comunista, ha impedito alla vetero-giovane Meloni di andare a combattere Baffone che marcia su Ponte Vecchio, come una novella Jeanne d'Arc intrisa di sacro furore anti-marxista.
Orfani della loro trascinatrice, berluscones e identitari meno e più estremisti hanno sfilato pacificamente, secondo quanto riportano i giornali, risvegliandoci il ricordo delle parodie targate Corrado Guzzanti, in cui la voce fuori campo - che faceva il verso ai cinegiornali dell'Istituto Luce - avrebbe celebrato la gloria virile e guerresca dei "Faccisti su (Campo di) Marte". Arditi!

Commenti

  1. Condivido l'analisi.

    Alessandro Marega

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  2. Arguto e sagace!
    Già, sventolare anticomunismo qualunquista torna comodo quando a mancare sono i contenuti, la pregettualità, le prospettive...
    Francesca

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  3. Alessio (B.), sei consapevole che riesci a imputare parodie da cinegiornale LUCE subito dopo la frase che segue?

    "Impedire alla vetero-giovane Meloni di andare a combattere Baffone che marcia su Ponte Vecchio, come una novella Jeanne d'Arc intrisa di sacro furore anti-marxista".

    Futuristi su Marte vs. Fascisti su Marte.
    Dev'essere un bel derby in famiglia, ma penso che vinciate 2-1.

    E' inverosimile la tua difesa, piuttosto scontata, dell'articolo anonimo di FLI.

    Tu dici che l'articolo lamenta vicinanze con movimenti di "fascistelli".

    FLI che lancia campagne contro i "fascisti" non l'avevo ancora sentita.
    I finiani che vengono da anni di Atreju sanno che i "fascistelli identitari", come li chiami tu, non sono bene accetti? Menia? Tremaglia? E tu, Alessio, da che storia vieni?

    Non dirmi che era una critica all'anticomunismo di maniera.

    Cito dall'articolo: "Che necessità c'era in questo 2012 di crisi finanziaria internazionale, di appannamento e disorientamento del ruolo dell'Europa, di effetti distorsivi della globalizzazione, di spostamento dei baricentri geopolitici internazionali, di necessità di governare i flussi di popolazione da una parte all'altra del pianeta, di emergenze ecologiche, di aggregare cittadini (ed elettorato) sull'anticomunismo e sulle (ormai archiviate) ferite del Novecento?"

    Non ci vuole grande abilità di lettura: sia l'anticomunismo sia le ferite "archiviate" del Novecento.
    Ma sì, archiviamolo questo cavolo di esodo! Ferita cicatrizzata! Via, basta!

    Bastava un po' di sobrietà e onestà se proprio volevi spezzare una lancia per quell'anonimo ignorante: "Sul sito di FLI articolo infelice e offensivo alla memoria degli esuli. La storia va ricordata per quello che è stata. Migliaia di italiani hanno perso la casa o la vita vittime di un regime comunista. Le ferite sono chiuse ma dolgono ancora. Restano le nostre riserve per il rischio di strumentalizzare e appiattire la memoria del passato dentro battaglie del presente".

    Vedi com'era semplice?

    Marco

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  4. Ah, il cappio accanto alla polemica (non la condivido, ma non cambia nulla) sul governo Monti, che tu definisci "inequivocabile cappio penzolante", è il simbolo di una campagna-shock attuata in alcune città d'Italia: istallare manichini impiccati per ricordare il recente boom di suicidi per debiti a privati e alle banche. La dimostrazione provocatoria è stata riportata sui giornali e nei tg.
    Un "scusate, non sapevo e avevo capito male" ci starebbe bene.
    Marco

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