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Visualizzazione dei post da febbraio, 2012

Il Ricordo e il presente

Dieci anni fa, grazie alla  legge n.92/2004 , è stato dedicato il 10 febbraio al Ricordo dell'esodo istriano, fiumano e dalmata e della tragedia delle foibe , in cui perirono decine di migliaia di italiani, vittime della pulizia etnica ideata e perseguita dal maresciallo Josip Broz, meglio noto come Tito. La data ricalca quella del Trattato di Parigi che, il 10 febbraio 1947, sancì il passaggio definitivo della penisola istriana (con le città di Pola, Parenzo, Rovigno), di Fiume e della Dalmazia (con la città di Zara), per un totale di 7.700 chilometri quadrati, costringendo all'esodo tutti coloro che volevano restare italiani e temevano le ritorsioni del nazionalismo jugoslavo.                                    Possiamo leggere, nel libro di Arrigo Petacco  L'Esodo ,  l'ammissione di Milovan Gilas, vice-primo ministro jugoslavo e membro del Cominform « Nel 1945 io e Kardelj fummo mandati da Tito in Istria a organizzare la propaganda antitaliana. Si tr

Il Ricordo e la propaganda

Tanto rumore per nulla. La manifestazione fiorentina per commemorare i martiri delle Foibe , colta al volo per praticare un po' di anticomunismo militante, alla fine non ha visto la presenza di Giorgia Meloni, bloccata nella capitale dal maltempo. L'ex ministro della Gioventù aveva infatti inizialmente aderito all'iniziativa del centro sociale di destra Casaggì di Firenze, accanto a cui si erano schierati il PdL, la sua organizzazione giovanile denominata Giovane Italia e i discussi e discutibili "inquilini" di Casa Pound. La presenza di quest'ultimi aveva causato malpancismo nei berlusconiani, anche perché commemorare il 10 febbraio seppure in anticipo è giusto e doveroso, fare un po' di caciara sventolando il pericolo comunista aiuta a mantenere il tono propagandista di basso profilo, però sfilare accanto ai fascistelli del terzo millennio rischia di essere caricaturale. Anche per i pidiellini.